
Mi capita spesso di sentire durante una passeggiata o una lezione i cavalieri che affermano: “che bello! mi serviva proprio per scaricarmi” oppure “mi ci voleva dopo una pessima gionata”.
Ora, non si può negare che montare a cavallo evochi una moltitudine di emozioni, ma se queste non vengono gestite si rischia di restare intrappolati in un vortice emotivo e chi ne dovrà pagare il conto sarà solo il cavallo.
Sono una persona pratica (e chi mi conosce, lo sa benissimo) e quando uno dei miei allievi mi chiede di uscire in passeggiata per “scaricarsi”, gli consiglio di lasciar fuori il cavallo dai suoi problemi e di picchiare con la sua testa contro un albero, gesto sicuramente molto più produttivo. Un mio caro amico, invece, Massimo Pierini, autore di un bellissimo libro dal titolo “Un dono da ogni cavallo” dice che «… i cavalli sorreggono il nostro peso … fisico e interiore …. Lasciamo tutto il nostro malessere, fuori dai nostri stivali». I cavalli non possono e non devono essere degli “ammortizzatori emotivi”. Se delle sensazioni forti incominciano a pervadere i nostri comportamenti non possiamo fare altro che fermarci, prendere un bel respiro, interrompere qualsiasi cosa si stia facendo e… aspettare. Aspettare la calma. Aspettare noi stessi. Aspettare il cavallo.